La nuova libreria rinascita presenta Il flâneur detective. Tra fotografie e racconto i ricordi degli anni più belli (Marsilio 2015), di Giulio Obici, giornalista e fotografo scomparso nel 2011. Sabato 17 alle ore 17.30, in libreria sono Cesare Lievi, Paolo Corsini, Renato Corsini a parlarne, mentre Carlo Pardi ne legge alcune pagine. Giulio Obici – veneziano di nascita e gardesano di adozione , è stato inviato di «Paese Sera».
Per oltre quarant'anni ha sondato il Palazzo e i suoi segreti, indagato il terrorismo e seguito i grandi eventi giudiziari italiani. Ha svolto grandi inchieste sul tramonto della Prima Repubblica. Come fotografo, rigorosamente in bianco e nero, ha rivolto il suo sguardo sulla strada, là dove scorre la vita della gente, senza però perdere di vista il piglio e il rigore analitico esercitati nel mestiere di giornalista. Ha pubblicato il saggio Venezia fino a quando? (1967) e Racconti metropolitani (2002).
Da una parte uno scrittore limpidamente analitico, che ricostruisce fedelmente le suggestioni della memoria giudicandole con rigorosa e razionale moralità; dall'altra un fotografo, che letteralmente rapisce con uno scatto l'istante altrimenti perduto, e poi riconosce sulla pellicola quello che a chiunque nell'esperienza sarebbe sfuggito; o ancora: per un verso il professionista puntuale e severo e per l'altro l'eterno stupefatto fanciullo, che rinnova l'emozione di un gioco che coincide perfettamente con lo studio, l'amore e la conoscenza. «Insomma – diceva Giulio Obici- ho scritto pubblicamente e ho fotografato in privato: sono stato così esposto nello scrivere che non ho mai pensato di esibire, e tantomeno sbandierare, le mie foto. Non avrei mai immaginato, nemmeno di striscio l'eventualità che un giorno i due lati della medaglia si sarebbero guardati in faccia».